18 giugno 2013

Dall'altra pagina la lettera di Bruschi Fabrizio


 
   
La giunta comunale ha approvato un progetto di ampliamento del palazzetto che costa 802.500 euro, di cui 550 mila a carico del Comune. Eppure a dieci chilometri c´è quello già a norma di San Giustino

di Elide Ceccarelli

«Caro sindaco, dopo più di quaranta anni passati nelle palestre cittadine a praticare il bellissimo sport della pallavolo, rivendico il diritto-dovere di esporre la mia opinione sull’ipotesi di ampliamento della sala A del Palajoan di Città di Castello». Così inizia una lettera scritta al primo cittadino da Fabrizio Bruschi, insegnante di educazione fisica e allenatore, per esprimere il suo disappunto sulla scelta del Comune di Città di Castello di effettuare lavori di ampliamento del palazzetto dello sport al fine di adeguarlo alle norme federali relative alla categoria A1. Sì, perché il sessantottesimo campionato di pallavolo si è concluso con la promozione della squadra Gherardi Svi Città di Castello in serie A1, con tanta soddisfazione da parte della tifoseria tifernate e soprattutto orgoglio nel vedere finalmente, dopo tanti anni, la propria squadra nella massima serie.
Questo fatto ha portato a un accordo con la società Altotevere San Giustino (già in serie A1 da 3 anni), che ha determinato la fusione delle due squadre per meglio affrontare gli importanti impegni della prossima stagione. Viene da sé che l’utilizzo del palazzetto dello sport di San Giustino, già in regola con le norme federali, sia la soluzione più logica per la disputa del prossimo campionato della neonata squadra altotiberina. E allora, perché spendere soldi per adeguarne un altro che si trova a 10 minuti di distanza? Sembra che la sollecitazione dei tifosi della squadra di Città di Castello, poco propensi a spostarsi a pochissimi chilometri da casa per seguire i propri beniamini, abbia portato la giunta comunale ad approvare un progetto preliminare, presentato dalla ditta “Corbo Group s.p.a.” di Sessa Aurunca, provincia di Caserta, dell’importo di 802.500 euro. La copertura della spesa è prevista con risorse finanziarie del Comune per 316.000 euro, con cessione alla ditta della proprietà di un terreno edificabile per altri 234.000 euro e per i restanti 252.500 euro con risorse della stessa Corbo Group, che si tradurranno in diritto di superficie per un impianto fotovoltaico da installare sul tetto. Coraggioso per una amministrazione che un giorno sì e l’altro pure sbandiera tagli dei trasferimenti dello Stato e conseguente indisponibilità di risorse per far fronte alla domanda di servizi dei cittadini!
«Il settore giovanile tifernate annovera un numero sempre crescente di tesserati – sottolinea Bruschi – che non sempre riesce a trovare una soddisfacente collocazione in termini di orari e spazi di allenamento; trasferire la prima squadra a San Giustino “libererebbe” circa 20 ore settimanali da destinare all’attività del vivaio». Non solo, il palazzetto è utilizzato anche come palestra scolastica per alcuni istituti superiori che ne sono sprovvisti, ma «i docenti sono vincolati a praticare solo la pallavolo e non possono offrire la molteplicità di stimoli peculiari dell’attività sportiva scolastica» perché sul pavimento di parquet è stato applicato il “taraflex”, materiale su cui non è possibile praticare altro sport che la pallavolo. Invece, volendo andare incontro alla domanda «basterebbe – suggerisce il professore – installare una parete mobile che dividendo in due il campo creerebbe l’opportunità di effettuare due sedute di allenamento in contemporanea». E poi, per fare spazio al nuovo palazzetto, un’area del parco della piscina comunale dovrebbe essere sacrificata e inevitabilmente la richiesta di parcheggi aumenterebbe, da conciliare con la fruibilità di tutti gli altri impianti sportivi già presenti. Qual è la valutazione di politica sportiva che ha portato la giunta comunale a fare questa scelta? Siamo certi che questo sia il modo migliore per spendere le risorse pubbliche e fare quello che serve alla città e ai suoi giovani? Noi non ne siamo molto sicuri.•

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